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Scenari climatici terrificanti in questo 2020

11 Ago 2020 - News

Australia in fiammeorsi polari ridotti alla fame, rifiuti in strada, oceani ricoperti di plastica: il 2020 sicuramente non è iniziato nel migliore dei modi per l’ambiente.

Ai disastri ambientali che hanno sconvolto gli ecosistemi naturali negli ultimi mesi e le cui immagini hanno fatto il giro del mondo si aggiunge il problema del cambiamento climatico. Le temperature più alte e il sole splendente hanno caratterizzato le giornate invernali anche nelle aree più insolite (come l’estremo nord d’Europa e perfino la Russia settentrionale) e, anche se da un lato ciò può essere fonte di gioia temporanea per chi non ama la stagione fredda, dall’altro la situazione è grave e senza precedenti.

Migliaia di esseri viventi, che trovano nel clima glaciale delle regioni artiche una condizione fondamentale della loro esistenza, rischiano di vedere scomparire il proprio habitat e, lentamente e dolorosamente, anche se stessi. È di pochi giorni fa la terribile immagine dell’Antartide senza neve. L’isola di re Giorgio, la più grande delle isole Shetland meridionali, privata del suo aspetto caratteristico è un grido d’allarme, uno dei tanti che purtroppo ancora fatica a stimolare un’azione attiva per la salvaguardia dell’ambiente.

Non va meglio in Australia. Testimonianze di gente disperata che ha perso la casa o che tenta di salvare esemplari di koala, canguri e altre creature dalla devastazione provocata dagli incendi hanno commosso l’intero globo. Purtroppo, i dati resi noti negli scorsi mesi hanno confermato quel che molti temevano: più di 1/5 del patrimonio boschivo australiano è andato perduto, con le relative conseguenze sulla vita di flora, fauna ed esseri umani. Un disastro ambientale, biologico e anche economico mai visto prima.

Mentre l’Australia cerca di “rinascere”, nuove scene spaventose arrivano dall’Africa, colpita da una terribile invasione di locuste, una nuova “piaga” favorita dall’ultima stagione delle piogge, che ha portato a dannose inondazioni in numerosi Paesi africani (tra i quali Etiopia, Kenya, Somalia e Sudan) e provocato l’ennesima emergenza alimentare nel continente.

A soffrire in silenzio sono anche le creature marine minacciate dalla presenza di plasticaagenti chimici e materiali di scarto nei mari e negli oceani. Alcune di queste sono fondamentali per la sopravvivenza di altre specie, non ultima quella umana. Eppure la gente non smette di gettare buste e bottiglie di plastica in mare perché “tanto la corrente la porta via” e la pulizia dei fondali è spesso affidata a pochi volontari che, senza supporto, non possono ridurre le dimensioni di un’emergenza globale.

In una situazione in cui perfino i dibattiti internazionali in occasione della Cop25 a Madrid hanno prodotto scarsi risultati, però, è necessario anche fare riferimento a iniziative che cercano di avviare un’inversione di rotta. Simbolo di questo tentativo sono i più giovani, a partire dall’ormai celebre Greta Thunberg fino a tutti i ragazzi che hanno vissuto con la dovuta serietà i “Fridays for future” nel mondo.

Avviare operazioni per la salvaguardia del pianeta, per contrastare il cambiamento climatico e per ridurre i tassi d’inquinamento è una sfida che non si può più rimandare. Osservare fiamme, ghiacciai sciolti, tempeste di sabbia, siccità perenne, desertificazione e deforestazione, pesci e grandi mammiferi marini intrappolati nella plastica deve essere uno spunto di riflessione.

La natura è il luogo da cui veniamo e salvaguardarla è un dovere ma anche un diritto per garantire la sopravvivenza delle specie e delle generazioni presenti e future di esseri umani. Impedire la realizzazione di previsioni catastrofiche (un milione e mezzo di decessi annui per il cambiamento climatico, sesta estinzione di massa, scomparsa di intere regioni…) è possibile, ma solo con un’azione diretta, immediata e globale.

…I Think Green    I Am Green    I Love Green…

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